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UNO DI QUESTI GIORNI IN SETTIMANA
by Eva Clesis

Quando io e mio fratello  eravamo bambini e volevamo qualcosa dai nostri genitori, papà aveva un modo tutto suo sia per darci il permesso che per negarlo.
Quando voleva dire di no, usava un’espressione simile alla frase “alle calende greche”, che nel suo caso invece era “uno di questi giorni in settimana”.  
“Papà, andiamo al cinema?” chiedevo.
“Uno di questi giorni in settimana” faceva lui.
Il che non voleva dire no, ma non subito, di modo che non avendomi negato niente davvero, io non facessi storie: d’altra parte anche per un bambino un mondo possibile è sempre meglio di uno impossibile.
Fino a dieci anni ad esempio lo assillavo perché mi portasse al teatro Petruzzelli, e quella era la richiesta che più di tutte si beccava il suo ”uno di questi giorni…”.  La verità era che andare a vedere l’Opera costava e a lui scocciava dire di non poterci portare la famiglia.
Da giovane papà al Petruzzelli ci andava spesso. E ci aveva portato mia madre, ma quelli erano altri tempi. Con mutui e figli, la musica lirica nella nostra famiglia venne relegata alle domeniche mattina.
Per questo quando il teatro bruciò nel ‘90 io scoppiai a piangere. Sapevo che l’”uno di questi giorni in settimana” di mio padre s’era tramutato in un no definitivo, ed era come se sentissi che non avrebbero ricostruito il teatro. E che se anche l’avessero fatto nessuno mi ci avrebbe più portata. Non mio padre, almeno. 

Eva Clesis è nata nel 1980 a Bari. Ha pubblicato i romanzi “A cena con Lolita” (Pendragon ed.), “Guardrail” (Las Vegas ed.) e un saggio spiritoso dal titolo “101 motivi per cui le donne ragionano con il cervello e gli uomini con il pisello” (Newton Compton ed.). Di prossima uscita il suo terzo romanzo per la casa editrice Newton Compton.  
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